lunedì 30 luglio 2012

Investire in Europa: una lezione dal Giappone

Il Giappone è stato il primo paese a essere colpito dall’effetto combinato di invecchiamento della popolazione, diminuzione di valore degli asset, settore bancario in difficoltà e una sequenza di risposte politiche poco efficaci.
Vi ricorda qualcosa la situazione nipponica? Dovrebbe, dato che molte di queste situazioni sono oggi riscontrabili in Europa. Perché non imparare dall’esperienza giapponese?
Anche qua, possiamo imparare dal Giappone, dove gli investitori hanno dovuto confrontarsi con tassi estremamente bassi e rapidi cicli economici sin dagli anni novanta. Guardando all’esperienza nipponica, quindi, bisognerebbe focalizzare gli investimenti su:
- società con un orientamento internazionale, piuttosto che con un approccio domestico
- società con una buona crescita dei dividendi, piuttosto che quelle con elevato dividendo
- società con un modello di business difensivo, piuttosto che quelle cicliche.
Società che presentano queste caratteristiche hanno generalmente performato meglio del mercato nel lungo periodo, sebbene soffrano nelle fasi dove il mercato beneficia della spinta dovuta alle misure straordinarie di stimolo. In conclusione, siamo entrati in una fase potenzialmente di lungo periodo dove gli investitori europei dovranno confrontarsi con bassi tassi, cicli di breve durata e ritorni esigui. I giapponesi hanno già vissuto questa situazione per almeno due decenni. Perché non imparare qualcosa da loro?

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